Fabio Sgroi - tuttointermediari.it

Angelo Mangano, presidente della rappresentanza agenziale fino a fine maggio scorso, ha ricordato l’impegno della mandante nella fase più delicata dell’emergenza sanitaria, quella del primo lock down: «Groupama prima impresa, e anche una delle poche, a erogare importi a fondo perduto, e non mere anticipazioni provvigionali e rappel comunque dovuti».

Durante la fase più acuta della pandemia, vale a dire durante il primo lock down, Groupama Assicurazioni ha sostenuto le agenzie nel migliore dei modi. Parola del gruppo agenti.

Angelo Mangano, presidente di Agenti Groupama Italia (Agit) fino a fine maggio scorso, ha voluto ricordare nella sua relazione di fine mandato quanto sia stato tangibile l’intervento della compagnia in quei e altri frangenti. «Devo dare atto a Groupama di avere sostenuto gli agenti durante la tragica pandemia che ha colpito l’intero pianeta», ha affermato, «e il lock down ha portato a una ritrovata unità di intenti con i vertici aziendali. Abbiamo sentito subito la vicinanza della compagnia, abbiamo dovuto stimolarla, ma è stata subito ricettiva ed estremamente disponibile nei nostri confronti». Per Mangano, «ciò non era scontato, e nemmeno banale, viste le difficoltà di bilancio del 2018 e del 2019. Ma con orgoglio posso affermare che è stata la prima impresa, e anche una delle poche, a erogare importi a fondo perduto, e non mere anticipazioni provvigionali e rappel comunque dovuti. Di questo dobbiamo essere molto riconoscenti a Groupama. In quel devastante periodo del lock down, il dialogo con Roberto Trerotoli (chief distribution officer di Groupama Assicurazioni, ndr) è stato quotidiano. Lui e l’amministratore delegato Pierre Cordier hanno avallato molte delle nostre richieste per dare un concreto supporto alle agenzie».

Il Covid-19, purtroppo, ha toccato molto da vicino la rappresentanza agenziale di Groupama. Si ricorda, in particolare, la scomparsa del giovane Roberto Oddo e Mangano lo ha voluto ricordare: «Abbiamo creato un fondo per quei colleghi che sono stati colpiti duramente dal Covid. Era il minimo che potessimo fare per tentare di alleviare nel nostro piccolo le sofferenze causate dalla pandemia».